A SPACE ODYSSEY REVIEWS
"In questo album il quartetto incastra il tutto a meraviglia, proponendo del prog sinfonico con una personalità sconosciuta a gran parte della concorrenza italiana degli ultimi anni. Non ci troviamo quindi di fronte all’ennesima band prog o neo-prog alla caccia di bavosi nostalgici, riciclante soluzioni e suoni di tre o quatto decadi fa in copia-carbone. “Monolith” scaccia la muffa proponendo un sound sì inevitabilmente influenzato dai giganti del passato - come non citare Genesis, Yes, Pfm e, ovviamente, Marillion - ma “reingegnerizzato” con soluzioni fresche e moderne, rappresentando tutto ciò che dovrebbe essere un disco rock-progressive datato 2013.
Essendo un album già in buona parte composto quasi un anno fa e suonato in tour nei mesi successivi alla sua attuale uscita, toccando mete remote quali il Giappone, si spiega come mai certi illustri ospiti abbiano voluto contribuire per la prima volta alla corte di artisti del Belpaese.
Ospiti al plurale perché, oltre al sopracitato Hogarth, RanestRane sfoggiano anche un suo fido compare, il chitarrista Steve Rothery, il quale coglie acutamente il senso del progetto sfoggiando una coppia di assoli ispirati e “vividi”, come nella fase dell’atterraggio lunare in “Materna Luna”: è quasi possibile, anche solo affidandosi al ricordo personale di certe memorabili scene del film, osservare la base di Clavius fagocitare la navicella del protagonista Heywood R. Floyd in corrispondenza delle ispirate parole pronunciate da Pomo: “Ora apri il grembo tuo Antico sogno mio Dischiudi l’occhio tuo Materna luna mia”
I centellinati interventi dei due inglesi sono sì decisivi, ma non possono rubare la scena ai quattro compositori: la potenza evocativa dei passaggi da essi creata è in diversi punti formidabile e il lavoro di sincronizzazione con le scene che si susseguono maniacale.
E’ così che una sfuriata strumentale accompagna una delle scene chiave del film, quando il primate Guarda-la-Luna, ispirato dall’enigmatico monolite, scopre l’uso delle armi e dichiara “morte al mondo”.
Il duo ritmico Daniele Pomo/Maurizio Meo preme sull'acceleratore e si intreccia al pathos creato dalle melodie di Riccardo Romano e Massimo Pomo, ricordando alcuni episodi del cupo orrore di Zarathustra del Museo Rosenbach.
Quando poi lo stesso ominide, tronfio della sua vittoria, scaglia il suo osso-clava verso il cielo tramutandosi in astronave - con la più clamorosa delle ellissi del mondo del cinema - il quartetto non rinuncia a un giro di valzer, unico accennato parallelismo con la soundtrack originale della pellicola.
I Ranestrane non sembrano in soggezione al cospetto di un capolavoro che porta le firme di maestri irraggiungibili come Johann Strauss, prendendone bensì le distanze con distaccato rispetto. Sebbene l’ascolto di “Monolith” sia pensato in combinazione con la visione sincronizzata del film, esso è del tutto prescindibile dallo stesso.
Anzi, è quasi consigliabile approcciare l'opera nelle prime battute ponendo da parte l’aspetto visivo, per non rischiare distrazioni dalla curatissima produzione proposta, dando libero sfogo nel frattempo all’immaginazione dell’ascoltatore solleticata dalla potenza degli scenari proposti dalle note dei progster nostrani, ciascuno con un’identità e personalità ben distinta: dal raffinato e romantico tocco alle tastiere di Romano al controllato strapotere fisico di Pomo alla batteria, autore di una cavalcata formidabile - a suggello dell’opera - che porta allo spasmo la tensione, spalleggiato da un Rothery discreto cesellatore in sottofondo.
Tensione che esplode finalmente nell’assordante richiamo del monolite lunare, verso Giove. I Ranestrane escono a sorpresa con un masterpiece del progressive italiano, alzando l’asticella a livelli francamente poco sospettabili per lo scenario nazionale degli ultimi tempi.
Nella speranza che anche in terra natia la band italiana possa avere lo stesso successo fino ad ora raccolto in lande straniere, sarà interessante assistere alle performance live di “Monolith”, perché tanta meraviglia non rimane certo confinata nelle immagini del bel booklet che accompagna tutti i suoi testi, come quadri di un'esposizione. Il primo atto è compiuto, attendiamo con impazienza il seguito."
Michele Bordi (Onda Rock - 11-12-2013)
"Et oui en voici un autre!
Un autre quoi me demanderez-vous? Et bien un groupe Italien, et pas des moindres ce coup ci! Alors là mes enfants, on tient ici une des oeuvres les plus marquantes à mon sens de ce début 2014, et je pèse mes mots.
Je pense que ce nouveau RANESTRANE sera incontournable et marquera ô combien les esprits - tant l'abondance mélodique présente sur " Space Odyssey - Monolith Part One" ressort par tous les pores de cet album somptueux. En effet, RANESTRANE, originaire de la botte, n'en est pas à son coup d'essai.
A ma connaissance, le groupe existe depuis 1998 et "Space Odyssey - Monolith Part One" n'est seulement que le troisième album du groupe, (quatrième si on compte leur double cd "Nospheratu Il Vampiro), mais alors pour cette odyssée de l'espace, il faut s'accrocher, car c'est du lourd.
Sur ce petit joyau, ces messieurs se sont fait aider par Steve HOGART et Steve ROTHERY de MARILLION, rien que ça! Alors vous voyez qu'ils ne se mouchent pas du coude ces petits transalpins! "Space Odyssey - Monolith Part One" se veut très inspiré du film "2001 Odyssée de l' Espace" du maître Stanley KUBRICK, et c'est la deuxième fois que ce cinéaste génial influence RANESTRANE, car leur précédent opus s'appelait "Shining", vous voyez que les mecs font une fixette sur le réalisateur.
Mais qui peut rester insensible à l'univers de ce gigantesque créateur? Perso, c'est la première fois que je chronique un groupe italien chantant en italien, car j'ai toujours pensé (peut être à tort) que cette belle langue se prêtait moins à notre musique de prédilection.
Et comme il n'y a que les idiots qui ne changent pas d'avis, j'ai été largement comblé par ce disque et par son interprétation dans la langue d'origine (cela ne m'ayant jamais gêné) et flirtant souvent avec la perfection. Rien que pour le morceau ouvrant l'album " Semi", on en prend pour plus de dix-huit minutes de ravissement, introduit par un HOGART en état de grâce, et suivi par le groupe entier complètement en phase avec ce début grandiose.
La suite sera tout aussi jouissive. Je n'ai aucune idée de la façon dont le groupe italien s'est approprié les services de nos deux MARILLION, mais il en résulte que RANESTRANE poursuit, et de magistrale façon, une voix royale largement tracée par ce groupe mythique.
La musique de RANESTRANE n'est pas à proprement parler dans la même veine marillionienne, mais elle dispose de certains codes proches du groupe emblématique. En dehors du premiers morceau, les autres titres sont plus dans un format "chansons", mais cependant vachement fouillées, et le père ROTHERY nous gratifie d'un solo dont il a le secret sur "Materna Luna", le quatrième titre.
Quant au chanteur Daniele POMO, il dispose d'un organe tout à fait appréciable, son frangin Massimo POMO étant parfait à la guitare. Les deux autres musiciens apportent à ce disque une dimension largement au dessus de la moyenne.
Si on ajoute à cela une pochette splendide et vraiment futuriste absolument dans l'esprit de l'album, le bonheur est total. "Space Odyssey - Monolith Part One" de RANESTRANE figurera quoiqu'il advienne dans mon top 10 2014 bien que l'année n'en soit qu'à son début, et évidement j'attend vivement la "Part Two", qui, si elle se trouve sortir du même tonneau, m'enivrera jour et nuit."
PROGRESSIVE AREA 12-01-2014
"Fantastisch Italiaans symfonisch album! Voor mij 1 van de grootste verrassingen van 2013.
Prachtige sfeervolle symfonische rockopera. Verwacht door dat laatste niet 1 of ander over de top progmetal gebeuren want dat is het zeker niet.
Voor mij kwam de ontdekking natuurlijk doordat enkele Marillion leden mee doen. Er komen drie delen, ik kijk nu al naar het volgende deel uit al zal ik nog wel even zoet zijn met dit eerste album. Het is zo'n mooi geproduceerd en gelaagd album."
MUSIC METER 22-12-2013